Indipendentemente dal rito scelto, lo Stato italiano impone alcune restrizioni per poter contrarre matrimonio.
In particolare i requisiti per sposarsi sono:
- Avere almeno 18 anni o, con un’autorizzazione del Tribunale dei Minori, averne almeno 16.
- La sanità mentale. Un interdetto per infermità di mente non può infatti contrarre matrimonio e l’incapacità di intendere e volere al momento di contrarlo è causa di annullamento.
- La libertà di stato. Non devono esserci vincoli da precedenti matrimoni.
- La non appartenenza allo stesso sesso.
- L’inesistenza di rapporti di parentela, affinità, adozione e affiliazione tra i contraenti il matrimonio. I figli adottivi sono parificati ai legittimi per quel che concerne gli impedimenti al matrimonio.
- Non può contrarre matrimonio la coppia composta da due persone di cui una è stata condannata per l’omicidio o per il tentato omicidio del coniuge dell’altra.
Nel caso di lutto vedovile o di divorzio, la donna deve aspettare 300 giorni dalla cessazione del precedente matrimonio per evitare dubbi sulla paternità di eventuali figli. Questo termine non dovrà essere rispettato se:
- Il precedente matrimonio sia stato dichiarato nullo per impotenza di uno dei due coniugi;
- Il precedente matrimonio non è stato consumato;
- Sono trascorsi tre anni di effettiva separazione con il precedente coniuge.
Per quanto riguarda il rito del matrimonio cattolico, che si basa su valori quali l’indissolubilità, la procreazione e l’obbligo di educare i figli secondo la dottrina cattolica, se non si vuole dar luogo alla illiceità dello stesso si devono rispettare altri requisiti quali:
- Età.
- Impotenza.
- Vincolo matrimoniale precedente.
- Condizione di sacerdozio.
- Consanguineità.
- Rapimento o delitto.
In alcuni casi però, discutendo il problema con il proprio parroco, è possibile ottenere una dispensa ed accedere comunque al matrimonio religioso.
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