Che effetto fa sfogliare l'album del proprio matrimonio? Ricordi, emozioni, gusti, profumi che rivivono e si rendono immortali negli scatti del giorno più importante della nostra vita.
Bisogna avere le idee chiare sin dal principio quando si parla di fotografie, per questo abbiamo chiesto ad un professionista del settore, il fotografo Marcello Melis dell'agenzia ISO100 Image di Roma, di svelarci qualche piccolo segreto e di orientarci in questo affascinante mondo fatto di attimi passati. Sedetevi, rilassatevi e prendetevi il vostro tempo per leggere questa intervista che vi sarà di sicuro aiuto nella scelta tra stile classico e stile reportage.
Redazione: Quali sono le caratteristiche peculiari delle foto classiche e di quelle in stile reportage?
Marcello Melis: La fotografia classica di cerimonia tende ad esaltare i soggetti con una certa staticità rispetto all'ambientazione. E' una fotografia patinata, suscettibile di effetti flou e di composizioni con altri elementi esterni aggiunti allo scatto originale, come ad esempio margini sfumati che terminano in cornici o fiori. E' una fotografia di maniera, che è stata molto sfruttata nelle cerimonie proprio perchè evocativa di situazioni oniriche. Ma la fotografia classica si avvale anche del ritratto in posa, sia di gruppo che di coppia o individuale. In generale fornisce una sequenza di momenti indipendenti uno dall'altro che vengono ricollegati dall'osservatore in funzione della sua conoscenza del rito e del susseguirsi dei vari momenti della giornata.
Viceversa la fotografia di reportage, per sua natura intrinseca, ha la responsabilità di raccontare un evento attraverso le immagini. Il fotografo non è più un elemento protagonista, allo stesso livello degli altri partecipanti, anzi a volte è al di sopra perchè implicitamente incaricato di mansioni di cerimoniere (mettevi la, fate un gruppo, tutti gli uomini da una parte, la sposa e le sue amiche tutte insieme, etc..) ma diventa piuttosto un testimone silenzioso e trasparente rispetto alla cerimonia, che interferisce il meno possibile, pur non mancando di essere nel posto giusto al momento giusto sempre, ed in particolare per tutti quei momenti canonici della cerimonia che si vuole sempre immortalare nelle foto. Nel reportage le fotografie diventano il linguaggio attraverso cui raccontare la storia della giornata. E a seconda del linguaggio utilizzato la storia può assumere momenti di solennità alternati a momenti di gioia e di goliardia e di gioco. Le foto non hanno più carattere di momenti isolati ed indipendenti, ma rappresentano un flusso narrativo continuo che cattura chi le guarda e lo conduce fino in fondo come nella lettura di un libro avvincente.
Redazione: Quali sono le tecniche che si usano per la produzione dei due diversi tipi di stile?
Marcello Melis: La foto classica si basa più su immagini che trasmettono staticità, e richiedono staticità anche nella fase di ripresa. C'è la tipica "messa in posa" dei soggetti. Spesso c'è un costante uso del flash, sia in interni che in esterni, che rendono le foto tutte abbastanza omogenee. Questo modo di procedere affonda le radici nel mondo della fotografia analogica, a pellicola, dove le sensibilità disponibili per le pellicole imponevano forti restrizioni alle condizioni di luce accettabili per la ripresa, oppure restituivano immagini con una forte grana se si voleva lavorare con pellicole molto sensibili e solo con luce naturale.
La foto di reportage si avvale prevalentemente delle condizioni di luce disponibili, anche grazie alla evoluzione che ha avuto la fotografia digitale, che mette a disposizione macchine fotografiche dalle sensibilità eccezionali in grado di fare riprese di alta qualità anche in scarsità di luce. La libertà del fotografo è quindi superiore e questi può esprimersi in modo molto più naturale e più discreto rispetto all'evento, non dovendo sottolineare costantemente la propria presenza con l'uso del flash.
Redazione: Quali sono i punti di forza delle due tecniche?
Marcello Melis: Non si può parlare in modo marcato di veri punti di forza o vantaggi di una tecnica o dell'altra. Piuttosto si può dire che un certo genere di foto classiche ricorda il genere di fotografie che veniva fatto nella sala posa di uno studio, mentre la foto di reportage tende ad avere più un carattere narrativo e giornalistico. Le attrezzature fotografiche moderne permettono di realizzare servizi secondo entrambe le modalità. La tecnologia anche solo di pochi anni fa, invece, non offriva un grande aiuto al reportage. La combinazione vincente sotto ogni punto di vista è quella di un fotografo con esperienza e di una attrezzatura moderna e di tecnologia moderna. Ad esempio l'uso del flash è diventato molto più sofisticato e si avvale di una comunicazione wireless costante tra fotocamera ed un numero anche elevato di unità flash disposte nei punti più disparati della scena. In questo senso anche nella fotografia di reportage si fa uso del flash, inteso però come arricchimento dell'ambiente in punti strategici e non come appendice che si muove insieme al fotografo.
Redazione: E i costi?
Marcello Melis: La fotografia classica si può affrontare e portare a termine anche con attrezzatura non particolarmente aggiornata. Il reportage richiede invece al fotografo un continuo sforzo di aggiornamento per utilizzare elementi di tecnologia indispensabili per ottenere risultati sempre naturali in qualsiasi condizione di ripresa. Questo può avere un risvolto sui costi, nel senso che chi propone solo servizi classici ha tempi di ammortamento più lunghi e ripartizione dei costi su un numero superiore, nel tempo, di clienti. La capacità di offrire servizi di reportage implica invece ammortamenti in tempi più brevi con richiesta di un impegno economico superiore.
Da questo quindi scaturisce il livello economico di partenza per la realizzazione dei servizi fotografici. Per uno specifico fotografo, una volta che è dotato di una certa attrezzatura, l'esigenza è quella di ammortizzare l'investimento effettuato, a prescindere dal genere di fotografia richiesto, quindi non ci sono differenze di costo, ma differenze di qualità finale.
Redazione: Da esperto del settore, qual'è il trend che stanno seguendo le coppie di sposi?
Marcello Melis: Indubbiamente il genere reportage è quello tendenzialmente sempre più richiesto. Il reportage racconta la tua storia in un flusso continuo di immagini e di emozioni. Ma non vanno sottovalutati gli aspetti culturali e tradizionali, spesso legati al luogo di svolgimento della cerimonia ed alle tradizioni familiari che vanno sempre rispettate. Non è escluso che un servizio possa essere fatto con entrambe le tecniche di ripresa, e che poi nella messa a punto del prodotto fotografico finale si possa orientare il montaggio verso una modalità o l'altra, eventualmente per dare luogo a due prodotti diversi destinati a personalità diverse.
Redazione: Quindi mi sta dicendo che con le stesse foto si possono realizzare 2 diversi tipi di album, uno più tradizionale da far vedere ai genitori e l'altro più moderno?
Marcello Melis: Assolutamente sì, basta che ne venga a conoscenza prima in modo da poter organizzare il lavoro al meglio.
Redazione: In una visuale futura, pensa che lo stile classico resisterà al reportage?
Marcello Melis: Qualcosa di classico probabilmente resterà, ma sempre di più incastonato in un flusso da reportage, come una istantanea all'interno di un film.
Redazione: Quale stile preferisce?
Marcello Melis: Viviamo il nostro tempo guardando sempre in avanti. Una cerimonia nuziale, un matrimonio dovrebbe rappresentare la massima espressività di una proiezione verso il futuro, verso una progettualità costruttiva, e ci piace quindi rappresentare questo momento come un divenire, come un presente preludio di un futuro. Solo così un servizio fotografico avrà un valore evocativo nel lungo termine. Ci piace pensare che anche tra molti anni, guardando un nostro servizio fotografico, le persone possano riconoscervi la proiezione verso il futuro e scoprirvi ogni volta quel dettaglio in più che proviene solo dalla ricchezza delle immagini spontanee del reportage.
Una cosa che non deve mai mancare, a nostro avviso, è la sensibilità che i professionisti come Marcello Melis, hanno nel racchiudere i momenti più emozionanti della giornata in un gesto poetico che deve unirsi alla creatività nel comporre un album che ne conservi l'atmosfera... dopo tutto è il nostro film e vogliamo a tutti i costi che la regia sia d'autore!
Si ringrazia Marcello Melis dell'agenzia ISO100 Image per i contenuti.